14 / 06 / 2022
Mattia Nicoletti
Economia Circolare , transizione ecologica , auto elettriche
Il pacchetto Fit for 55 è un pacchetto di misure e proposte attuative per modificare le normative UE con l'obiettivo di assicurare che le politiche dei paesi membri siano allineate all'obiettivo di neutralità climatica nel 2055 e di riduzione delle emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030, varato dalla Commissione Europea e di , chiamato anche Pacchetto Clima, in ottica Economia Circolare.
È stato promosso all'interno del Green Deal Europeo: per ridurre del 55% le emissioni di anidride carbonica entro il 2035 (rispetto ai livelli del 1990) e poi raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050.
Lunedì 6 Giugno si è svolta l’assemblea plenaria del Parlamento Europeo in cui sono state effettuate le votazioni per il pacchetto Fit for 55, una delle misure contenute all’interno del Green Deal Europeo.
Le votazioni hanno portato mercoledì 8 Giugno all’approvazione del pacchetto Fit for 55, mentre altri punti non hanno ricevuto l’approvazione della commissione.
L’obiettivo principale è la riduzione delle emissioni inquinanti entro il 2030 e successivamente la neutralità climatica entro il 2050. In particolare, il pacchetto è composto da dodici direttive e regolamenti volti a ridurre le emissioni di carbonio (Carbon Footprint) dell'Unione europea di almeno il 55% entro il 2030.[1]
Il Green Deal Europeo è un patto contenente una serie di misure concrete, tra cui il piano Fit for 55 per fronteggiare l’emergenza climatica. L’obiettivo finale perciò sarà quello di raggiungere la neutralità climatica delle emissioni inquinanti entro il 2050. Le attività di rendicontazione di sostenibilità definite dalla nuova normativa europea CSRD sono fortemente influenzate dai regolamenti e dalla direttive contenute nel pacchetto Fit for 55. Ogni impresa che sarà chiamata in causa a produrre il proprio bilancio di sostenibilità dovrà considerare le normative europee che impongono l'obbligo di raggiungere questo ambizioso obiettivo di dimezzamento delle emissioni GHG entro il 2030, considerando gli impatti che tale obbligo avrà sul proprio modello di business e sulle relazioni con i propri partner di filiera.
Tale risultato va raggiunto attraverso una transizione equa e giusta, che trasformerà l’economia europea in una realtà sostenibile e moderna, permettendo lo sviluppo di nuovi settori economici e nuovi modelli di business.
Un ulteriore obiettivo sarà quello di mettere in primo piano le esigenze di lavoratori ed imprenditori, sviluppando i vari punti del piano di transizione senza causare danni al tessuto imprenditoriale e al mercato del lavoro europeo.
Per saperne di più sul Green Deal Europeo leggi il nostro articolo a riguardo qui.
Per arrivare alla neutralità climatica entro il 2050 e raggiungere un modello di Economia Circolare, sarà necessario agire prontamente e definire degli obiettivi strategici e graduali che permetteranno di raggiungere l’obiettivo nei tempi prefissati.
Il piano Fit for 55 è stato elaborato proprio con questo scopo, rappresentando un passo intermedio con cui si intende diminuire le emissioni almeno del 55% (rispetto al 1990) entro il 2030.
Il piano d’azione del pacchetto Fit for 55 prevede perciò una revisione delle normative in materia di clima, energia e trasporti, che rappresentano i settori che contribuiscono maggiormente alle emissioni dannose per l’ambiente, allineando le varie politiche ed economie europee verso un obiettivo comune.
Tra le direttive promulgate per la riduzione delle emissioni inquinanti del 55% entro il 2035 rispetto ai livelli del 1990 si può leggere:
L’ultima delle proposte elencate è certamente quella che è stata oggetto di molte critiche, per il danno che potrebbe causare al mercato automobilistico e all’economia in generale nel caso in cui venisse implementata senza le necessarie precauzioni.
Anche se da molti le votazioni della Commissione Europea sul Fit for 55 sono state una vittoria a metà, il punto più importante e discusso è uno di quelli che ha ottenuto l’approvazione, cioè il divieto di vendita di auto nuove che emettono CO2 entro il 2035.
Entro il 2035 sarà perciò vietata la vendita di auto con alimentazione a benzina, diesel, GPL, ibride e biocarburanti.
Su questo punto sembrerebbe dunque che l’unione europea voglia intraprendere in modo irreversibile la strada verso lo stop alle auto a motore termico, a favore di fonti alternative e sostenibili come l’elettrico e l’idrogeno.
La prima proposta del parlamento nel Fit for 55 prevede l’obbligo per le case automobilistiche di ridurre le emissioni del loro parco auto del 15% entro il 2025 rispetto al 2021, del 55% entro il 2030 e del 100% entro il 2035.
Prima dell’approvazione il consiglio dei ministri dell’ambiente dell’Unione Europea dovrà pronunciarsi al riguardo e successivamente il parlamento europeo, in caso tutto vada per il verso giusto, dovrà pubblicare un nuovo regolamento indicando dettagliatamente le misure che verranno intraprese.
Sempre riguardo all’azzeramento delle emissioni, questo è stato posticipato al 2036 per i piccoli produttori, cioè coloro che producono un numero di auto compreso tra 1000 e 10 000 e tra 1000 e 22 000 per i produttori di veicoli commerciali leggeri.
Questi emendamenti del Fit for 55sono stati proposti in particolare da alcuni europarlamentari europei.
Ha avuto approvazione anche la revisione del meccanismo ETS per l’aviazione, secondo cui il settore dovrà pagare le emissioni climalteranti dal 2035.
Parte delle proposte riguardo al sistema ETS non sono però state approvate, ma cos’è il sistema ETS?
EU ETS è l’acronimo di European Union Emission Trade System ed è il sistema europeo con cui vengono scambiate quote di emissione di gas effetto serra.
Rappresenta uno degli strumenti per il raggiungimento di obiettivi riguardo alla riduzione delle emissioni inquinanti nei settori industriali e nell’aviazione (parte anche del programma industria 5.0).
Questo sistema si basa sul cosiddetto principio “cap and trade”, il quale stabilisce un tetto massimo di emissioni consentite sul territorio europeo. A questo corrisponde un numero complessivo di “quote” di emissione per cui si ha:
1 tonnellata di CO2 equivalente = 1 quota
Ad ogni operatore che rientra nella direttiva ETS, viene assegnato un “cap” di emissioni e di conseguenza un numero di quote a titolo gratuito.
Ogni anno dovrà essere restituito un numero di quote pari alle emissioni dell’anno precedente.
In base al numero di emissioni esistono due possibilità:
I primi emendamenti del Fit for 55 che non hanno ricevuto approvazione avrebbero permesso di continuare ad immatricolare anche dopo il 2035 il 10% dei veicoli a combustione interna prodotti.
Il fatto che ha creato più clamore è stata però la bocciatura della riforma riguardante proprio il sistema ETS. La proposta del Fit for 55 prevedeva una riduzione dei permessi di emissione annuali, l’inclusione dell’incenerimento dei rifiuti urbani, l’eliminazione delle quote gratuite entro il 2030 e l’istituzione di una “tassa sulla CO2 importata”.
L’ultima misura che non ha ottenuto l’approvazione riguarda invece la creazione di un fondo sociale per il clima.
La misura che permette di continuare a produrre il 10% di auto che emettono gas serra per le aziende (sostenibilità per le PMI) che producono un certo numero di veicoli rappresenta una minima boccata d’aria per l’industria italiana.
Questa misura del Fit for 55 riguarda evidentemente l’industria italiana e la Motor Valley dell’Emilia Romagna, regione nella quale sono concentrati alcuni dei marchi più importanti del settore automobilistico.
Va inoltre ricordato che il tessuto industriale italiano è formato per la maggioranza da piccole medie imprese.
Gli emendamenti che posticipano l’azzeramento delle emissioni permetteranno a questi marchi e alle PMI di pianificare al meglio la transizione, prendere le misure necessarie e salvaguardare il settore.
Il governo italiano dovrà tuttavia affrettarsi nell’intraprendere iniziative che permettano di perseguire gli obiettivi stabiliti dalla Commissione Europea.
Alcune iniziative potrebbero essere maggiori incentivi per le fonti di energia alternativa sia legate alle automobili che ad altri settori industriali. Scopri come realizzare il tuo progetto sostenibilità leggendo il nostro articolor: Progetto sostenibilità: finanziarlo con la finanza agevolata.
Al giorno d’oggi possedere un’automobile elettrica in Italia non conviene, sia per il prezzo che per la mancanza di distributori per la ricarica elettrica.
Le iniziative inoltre si collegano direttamente al mondo dei trasporti in generale. Alcune zone, soprattutto il meridione, dispongono un numero insufficiente di trasporti pubblici e questo costringe i cittadini ad utilizzare le automobili per spostarsi.
Se l’Italia vorrà davvero raggiungere gli obiettivi stabiliti dall’UE dovrà affrettarsi nello stabilire un piano d’azione efficace, rispettarlo e tutelare sia i cittadini che le imprese.
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