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Indici di bilancio, cosa sono e come utilizzarli

Indici di bilancio: strumenti di analisi per la valutazione della situazione economico-patrimoniale di impresa. Servono a indagare la redditività aziendale.

Il Bilancio d'esercizio e L’impresa

Il bilancio d’esercizio è un documento fondamentale ai fini della gestione d’impresa.

Esso è definito come “l’insieme dei documenti contabili che un’impresa deve redigere periodicamente ai sensi di legge, allo scopo di perseguire il principio di verità ed accertare in modo chiaro, veritiero e corretto la propria situazione patrimoniale e finanziaria, al termine del periodo amministrativo di riferimento, nonché il risultato economico dell’esercizio stesso”.

Il bilancio d’esercizio viene utilizzato come strumento informativo esterno, diretto ad una molteplicità di destinatari tra i quali azionisti, creditori ed investitori, poiché è in grado di fornire dati utili a livello economico, finanziario e patrimoniale.

Tuttavia, se opportunamente integrato, può diventare uno strumento fondamentale anche per gli stakeholder interni, ai fini della pianificazione e del controllo di gestione.


L’equilibrio economico d’azienda

Attraverso opportuni strumenti d’analisi, è quindi possibile capire lo stato di salute di un’impresa.

Da questo punto di vista l’obiettivo primario è diventa quello di raggiungere e mantenere nel tempo l'equilibrio economico, da intendersi come:

  • Equilibrio reddituale: si raggiunge un equilibrio reddituale quando il sistema aziendale è in grado di garantire l’integrale copertura dei fattori produttivi impiegati, compresa la remunerazione del capitale investito da parte del proprietario o dei soci. Si raggiunge tramite il flusso dei ricavi di vendita. Si manifesta quindi quando i ricavi risultano superiori ai costi.
  • Equilibrio monetario/finanziario: evidenzia la capacità dell’azienda di far fronte ai propri impegni (uscite monetarie), sia nel breve che nel medio-lungo periodo.
  • Equilibrio patrimoniale: riguarda la correlazione economica “fonti-impieghi” di capitale, che si manifesta solitamente come effetto di processi gestionali effettuati con dinamiche reddituali e monetario/finanziarie efficienti.

Analisi di Bilancio Statica e Analisi Dinamica

Per mantenere l’equilibrio economico d’impresa, diventa perciò necessario effettuare analisi periodiche tramite processi di osservazione, determinazione e rilevamento delle dinamiche aziendali.

A tale scopo viene pertanto eseguita un’analisi del bilancio d’esercizio, che può fornire, se effettuata correttamente, una visione d’insieme riguardo lo stato di salute dell’impresa.

Questo tipo di analisi può essere effettuata principalmente in due modi:

  • ANALISI DI BILANCIO STATICA (O PER INDICI): quando prevede l’utilizzo, la rilevazione l’elaborazione di indici ottenuto attraverso formule matematiche.
  • ANALISI DI BILANCIO DINAMICA: prevede invece l’analisi dei flussi di cassa.

Analisi di Bilancio d'esercizio per Indici

Siccome il bilancio d’esercizio non è sempre in grado di fornire direttamente le informazioni necessarie riguardo allo stato attuale dell’impresa, risulta di conseguenza necessaria una rielaborazione dei dati di bilancio d’esercizio e un successivo studio critico di tali valori.

Tale rielaborazione è resa necessaria principalmente per la rigidità nella forma espositiva insita nel bilancio d’esercizio, motivo per cui diventa complicato ottenere un quadro riguardo alla direzione futura verso la quale l’azienda si sta muovendo.

Per risolvere questa lacuna, viene effettuata un’analisi di bilancio d’esercizio per indici, con lo scopo di:

  • comprendere la dinamica della gestione trascorsa
  • effettuare un giudizio riguardo lo stato di salute dell’attività produttiva
  • formulare stime riguardo alle possibili evoluzioni future della dinamica aziendale.

La definizione di analisi di bilancio per indici

L’analisi del bilancio d’esercizio per indici di bilancio è “un’attività complessa svolta mediante l’utilizzo di tecniche prevalentemente quantitative di analisi dei dati, con cui si effettuano indagini sul bilancio d’esercizio, comparando i dati nel tempo e nello spazio al fine di ottenere informazioni sulla gestione e sull’impresa”.

Vanno quindi individuati ed analizzati appositi indicatori di bilancio che siano in grado di esprimere le informazioni di cui abbiamo bisogno.

Il primo passo per lo studio di bilancio d’esercizio attraverso l’uso di indici di bilancio, è la riclassificazione del bilancio d’esercizio, al fine di migliorare la comprensione e l’interpretazione degli accadimenti aziendali, cosa che diventa particolarmente complicata basandosi solamente sulla lettura degli schemi tradizionali, eseguiti seguendo la normativa civilistica.

Riclassificare il bilancio d’esercizio significa “mettere in evidenza alcuni aggregati dello stato patrimoniale e alcuni risultati intermedi del conto economico, che facilitano il giudizio sull’andamento dell’azienda” e che diventano quindi indispensabili per la successiva analisi per indici di bilancio.

Una riclassificazione del bilancio d’esercizio permette in primis di separare gli elementi riguardo alla gestione caratteristica d’impresa, da quelli della gestione extra-caratteristica (finanziaria, straordinaria); permette inoltre di avere una visione d’insieme riguardo le principali grandezze da tenere in considerazione, mettendole a confronto sia da un punto di vista temporale (analizzando più esercizi successivi), sia da un punto di vista spaziale (confrontando aziende dello stesso settore o di settori diversi).

Per capire lo stato di salute della propria azienda attraverso un check-up aziendale, un imprenditore o un analista dovrà quindi analizzare una serie di bilanci e studiare l’andamento nel tempo degli indici di bilancio ritenuti significativi, identificando di conseguenza i rimedi opportuni.


Indici di Bilancio

Esiste una molteplicità di indici di bilancio in grado di fornirci le informazioni di cui abbiamo bisogno.

Alcuni esempi sono:

  • Indici di bilancio di REDDITIVITA’
  • Indici di bilancio PATRIMONIALI
  • Indici di bilancio FINANZIARI
  • Indici di bilancio DI COPERTURA
  • Indici di bilancio DI LIQUIDITA’ E SOLVIBILITA’

Indici di Bilancio: Gli indici di Redditività

Il reddito operativo è un risultato economico intermedio relativo alla gestione caratteristica di un’impresa.

Esso dipende da varie componenti reddituali, che possono essere di natura:

  • finanziaria
  • straordinaria
  • fiscale
  • non caratteristica

Se il reddito operativo è positivo, significa che l’impresa è economicamente sana, poiché è in grado di creare un valore della produzione maggiore rispetto ai costi di produzione; se è invece negativo, indica carenze nella struttura produttiva.

Per poter effettuare analisi riguardo la redditività aziendale, vengono utilizzati gli Indici di bilancio di redditività: Indicatori in grado di misurare la capacità di una impresa di produrre reddito e di generare risorse.

Permettono di confrontare agevolmente bilanci di annualità differenti o anche di imprese differenti.

Risultano quindi utili sia per gli investitori, poiché forniscono una previsione riguardo al ritorno economico del proprio investimento, sia ai fini della gestione d’impresa, essendo in grado di fornire informazioni riguardo allo stato economico di quest’ultima.

Prima di esemplificare alcuni dei principali Indici di bilancio, è importante fare alcune considerazioni:

  • risulta importante mettere in relazione gli Indici di bilancio di redditività con altri indici di bilancio (patrimoniali, finanziari…), per avere un quadro completo della situazione aziendale
  • esiste una molteplicità di Indici di bilancio, ma risulta più efficiente individuare quelli più significativi e in grado di esprimere al meglio le informazioni necessarie
  • è importante analizzare la variazione degli Indici di bilancio su più annualità, in modo da comprendere i fattori che determinano tale variazione e agire di conseguenza

I principali Indici di bilancio di redditività sono:


ROI: Return On Investment

ROI = (UTILE NETTO/CAPITALE INVESTITO) %

Il ROI (RETURN ON INVESTMENT), viene utilizzato per misurare la redditività del capitale investito (capitale proprio e capitale di terzi); risulta utile nei casi in cui si voglia capire quale sia l’investimento più remunerativo o per valutare la redditività di un investimento passato.


ROE: Return On Equity

ROE = (REDDITO NETTO/PATRIMONIO NETTO) %

Il ROE (RETURN ON EQUITY), rappresenta la redditività del capitale aziendale investito; in altre parole è la remunerazione della proprietà per aver assunto il rischio collegato all’investimento.


ROS: Return On Sales

ROS = (RISULTATO OPERATIVO/RICAVI DI VENDITA) %

Il ROS è invece un Indice di bilancio che misura la redditività delle vendite. Esprime la capacità dell’azienda di ottenere guadagni di vendita rispetto ai costi sostenuti e fornisce informazioni riguardo al contributo che le vendite stesse hanno rispetto al reddito totale.

Il risultato operativo è ottenuto sottraendo i costi operativi ai ricavi di vendita.


ROT: Tasso di rotazione degli impieghi

FORMULA:

ROT = RICAVI DI VENDITA/TOTALE IMPIEGHI

Il ROT sta ad indicare il tasso di rotazione del capitale investito, ed esprime l’efficienza della gestione aziendale in termini di sfruttamento degli impianti e di dinamicità sul mercato, poiché rappresenta la capacità di trasformare il capitale investito in ricavi durante un anno amministrativo.


EBITDA ED EBIT

EBITDA = VALORE DELLA PRODUZIONE - COSTI ESTERNI - COSTO DEL PERSONALE = UTILE+IMPOSTE+INTERESSI+SVALUTAZIONE+AMMORTAMENTI

La sigla EBITDA sta ad indicare “EARNINGS BEFORE INTERESTS, TAXES, DEPRECATION AND AMORTIZATION”; rappresenta l’utile dell’azienda al lordo degli interessi passivi e delle commissioni finanziarie (interests and financial fees), delle imposte (taxes), delle componenti straordinarie e degli ammortamenti.

L’ebitda è un Indici di bilancio fondamentale per l’investitore poiché misura la capacità di un’impresa di generare flussi attraverso la gestione operativa (attività tipica della società), in particolare riguardo alle società quotate in borsa.

Per questo motivo può essere utile anche per paragonare e stimare il valore futuro di più titoli azionari di varie società, scegliendo l’investimento maggiormente remunerativo.

L’EBIT è invece traducibile come “EARNINGS BEFORE INTERESTS AND TAXES”.

Questo Indici di bilancio di redditività rappresenta il risultato economico dell’azienda prima di sottrarre gli interessi finanziari (interests) e le imposte (taxes).

L’EBIT offre quindi un quadro riguardo alla capacità dell’azienda presa in analisi di offrire output ad un prezzo che sia in grado di coprire il deprezzamento di impianti e macchinari e gli accantonamenti.

Come nel caso dell’EBITDA viene utilizzato per paragonare varie imprese e identificare quella più remunerativa.


Indici di Bilancio: Indici patrimoniali

Il patrimonio d’impresa rappresenta l’insieme dei beni economici a disposizione della realtà aziendale, comprendendo l’insieme degli investimenti, compresi immobilizzazioni e disponibilità.

Risulta quindi importante riuscire a mantenere un equilibrio patrimoniale da intendersi come il rapporto esistente tra impieghi (investimenti) e fonti di finanziamento, considerando il rapporto tra il capitale proprio e il capitale di terzi e quello tra attivo immobilizzato e attivo circolante.

Per ottenere un quadro della situazione patrimoniale vengono utilizzati vari Indici di bilancio Patrimoniali , i quali analizzano la struttura e i rapporti tra investimenti e finanziamenti, fornendo indicazioni sull’equilibrio patrimoniale dell’azienda in considerazione.

I principali Indici di bilancio patrimoniali sono:

  • INDICE DI ELASTICITA’ DEGLI IMPIEGHI
  • INDICE DI RIGIDITA’ DEGLI IMMPIEGHI
  • INDICE DI ELASTICITA’ GLOBALE
  • INDICE DI AUTONOMIA FINANZIARIA
  • INDICE DI DIPENDENZA FINANZIARIA
  • RAPPORTO TRA CAPITALE DI TERZI E CAPITALE PROPRIO

Indice di elasticità degli impieghi

Formula:

INDICE DI ELASTICITA’ DEGLI IMPIEGHI = (ATTIVO CIRCOLANTE/TOTALE IMPIEGHI) %

Esprime quindi la “percentuale di impieghi a breve ciclo di utilizzo rispetto al totale degli impieghi”.

L’attivo circolante rappresenta l’insieme degli impieghi di breve durata e dei mezzi liquidi, destinati quindi alla vendita o ad uscire dall’azienda in tempi brevi; esso è composto da:

  • RIMANENZE DI MAGAZZINO: scorte di materie prime, semilavorati, prodotti finiti
  • CREDITI A BREVE TERMINE: crediti la cui scadenza non supera i 12 mesi
  • LIQUIDITA’: denaro in cassa, denaro depositato presso conti correnti, assegni…

L'Indice di bilancio di elasticità degli impieghi rappresenta la capacità dell’azienda di rispondere in maniera reattiva ad un mutamento delle condizioni di mercato esterne.

Maggiore è tale Indice di bilancio e maggiore sarà la reattività dell’impresa nel fronteggiare tali imprevisti, ed è quindi preferibile mantenere un valore elevato.


Indice di rigidità degli impieghi

Formula:

INDICE DI RIGIDITA’ DEGLI IMPIEGHI = (IMMOBILIZZAZIONI/TOTALE IMPIEGHI) %

L’indice di rigidità degli impieghi è complementare a quello di elasticità ed è rappresentato dal rapporto tra l’attivo immobilizzato e la totalità degli impieghi, in cui per immobilizzazione si intende qualsiasi investimento destinato ad un utilizzo durevole.

Le immobilizzazioni possono essere:

  • MATERIALI: macchinari, impianti, fabbricati, attrezzature…
  • IMMATERIALI: avviamenti, marchi, licenze, brevetti
  • FINANZIARI: crediti, titoli, partecipazioni

Esprime la percentuale di impeghi a lungo ciclo di utilizzo rispetto al totale degli impieghi, ed è preferibile mantenere un valora di indice di rigidità il più basso possibile.


Indice di elasticità globale

Formula:

INDICE DI ELASTICITA’ GLOBALE = ATTIVO CIRCOLANTE/TOTALE IMMOBILIZZAZIONI

L’indice di elasticità globale è espresso dal rapporto tra attivo circolante e attivo immobilizzato.

Maggiore è l'indice di elasticità e maggiore è l’elasticità dell’impresa nell’adattarsi ad un cambiamento delle condizioni di mercato.

L’interpretazione degli indici di elasticità va effettuato tenendo conto del settore in cui opera l’azienda e non basandosi sul valore assoluto ottenuto applicando la formula di cui sopra.

Un’impresa industriale ad esempio tende ad avere un maggiore tasso di rigidità degli impieghi, mentre un'azienda di servizi avrà un maggiore grado di elasticità, poiché l’obiettivo di tale azienda è quello di accrescere l’utilità dei beni acquistati e rivenderli successivamente.

Una bassa elasticità può rappresentare problemi strutturali e di gestione delle immobilizzazioni.


IAF Indice di autonomia finanziaria

Formula:

IAF = (CAPITALE PROPRIO/TOTALE FINANZIAMENTI) %

L’indice di autonomia finanziaria è ottenuto dal rapporto tra il capitale proprio e il totale dei finanziamenti, in cui quest’ultimo è il totale delle passività più il patrimonio netto, ed indica il grado di solidità patrimoniale dell’azienda.

Esso indica perciò il peso con cui i capitali di rischio o mezzi propri hanno concorso nel finanziare gli investimenti e quanto invece questi dipendano da capitali di terzi.

Non esiste un livello ottimale di tale indice di bilancio, poiché non sono rari i casi in cui un’azienda si affida interamente a capitale di credito riuscendo ad avere una redditività superiore rispetto ad un’altra che ha invece effettuato investimento con capitale proprio.


IDF Indice di dipendenza finanziaria

IDF = CAPITALE DI TERZI/TOTALE FINANZIAMENTI

Indica la quota di capitale investito che è stata finanziata con debito. Il capitale di terzi è ottenuto dalla somma delle passività consolidate e delle passività correnti.


RCT Rapporto tra capitale di terzi e capitale proprio

RCT = CAPITALE DI TERZI/CAPITALE PROPRIO

Definito anche come rapporto di indebitamento, rappresenta quanto l’impresa è indebitata verso terzi, tenendo conto dei mezzi propri.

Per gestire l’equilibrio aziendale in modo ottimale ed equilibrato risulta necessario monitorare l’esposizione dell’impresa verso terzi soggetti.


indici di bilancio - Analisi di bilancio - Headvisor

Indici di Bilancio: Indici Finanziari

Un’azienda è considerata finanziariamente sana se è in grado di far fronte con regolarità ai debiti contratti durante la propria attività; in altre parole deve essere in grado di pagare i propri debiti con regolarità entro la data di scadenza.

Tale equilibrio finanziario si ottiene attraverso una corretta politica delle fonti di finanziamento e un’adeguata correlazione fonti-impieghi.

Gli indici di bilancio finanziari possono essere quindi suddivisi in due categorie:

  • INDICI DI COPERTURA: mettono in evidenza se l’azienda sta utilizzando in modo efficiente e corretto le fonti di finanziamento.
  • INDICI DI LIQUIDITA’: mettono invece in evidenza la capacità dell’impresa di far fronte ai propri impegni finanziari.

Indici Finanziari di Copertura


IAC Indice di Autocopertura delle Immobilizzazioni

Formula:

IAC = CAPITALE PROPRIO/ IMMOBILIZZAZIONI

L’indice di autocopertura delle immobilizzazioni indica se l’impresa riesce a coprire interamente le immobilizzazioni attraverso il capitale proprio.

Un indice pari a 1 indica quindi che le immobilizzazioni sono interamente coperte tramite il capitale proprio; se invece risulta inferiore risulterà necessario approfondire la questione e capire se le immobilizzazioni sono coperte da debiti a lungo o a breve termine e identificare un possibile squilibrio finanziario nell’utilizzo delle fonti di finanziamento.


ICIPC Indice di copertura delle immobilizzazioni con passività consolidate

Formula:

ICIPC = PASSIVITA’ CONSOLIDATE/IMMOBILIZZAZIONI

Le passività consolidate rappresentano i finanziamenti che l’impresa sta sfruttando a titolo di credito di medio e lungo termine.

L’ICIPC - Indice di Copertura delle Immobilizzazioni con Passività Consolidate indica in che grado le immobilizzazioni sono coperte da finanziamenti a breve e lungo termine.


Indice di copertura globale

Formula:

COPERTURA GLOBALE IMMOBILIZZAZIONI = CAPITALE PERMANENTE/IMMOBILIZZAZIONI

Questo indice di bilancio ci dice se il capitale permanente è in grado di coprire, e in che percentuale, le immobilizzazioni.

Il capitale permanente è dato dalla somma tra il capitale proprio e i debiti a medio e lungo termine.


Indici finanziari di liquidità e solvibilità


IDC Indice delle disponibilità correnti (CURRENT TEST RATIO)

Formula:

IDC = ATTIVO CIRCOLANTE/DEBITI A BREVE

Il CURRENT RATIO rappresenta la capacità di un’impresa di rispondere ai propri obblighi a breve termine attraverso le proprie entrate correnti.

Un valore troppo basso di tale indice (solitamente inferiore a 1) indica gravi problemi di solvibilità.


Indice di liquidità (Quick Ratio o anche detto Acid Test)

Formula:

QUICK RATIO = (DISPONIBILITA’ + LIQUIDITA’) / DEBITI A BREVE

Il QUICK RATIO rappresenta la capacità dell’impresa di far fronte ai debiti a breve termine utilizzando le proprie risorse liquide ed escludendo le rimanenze.

Detto anche Acid Test, è uno degli indicatori maggiormente utilizzati poiché in grado di fornire un quadro della liquidità e salute finanziaria nel breve periodo


Indici finanziari di rotazione


Indice di rotazione del magazzino

Formula:

INDICE DI ROTAZIONE DEL MAGAZZINO = RICAVI DI VENDITA / RIMANENZE DI MAGAZZINO

Esprime quante volte le rimanenze di magazzino vengono sostituite durante l’anno; un numero basso di tale indice evidenzia quindi la presenza di scorte eccessive e di conseguenza maggiori costi del magazzino e scarsa efficienza organizzativa (Spreco o MUDA di Inventario).


Giorni di giacenza media del magazzino

Formula:

GIORNI DI GIACENZA MEDIA DEL MAGAZZINO = (RIMANENZE DI MAGAZZINO / RICAVI VENDITE) X 365

Indica i giorni di giacenza media delle scorte in magazzino e come nel caso precedente un risultato eccessivo indica un eccessivo investimento nelle scorte di magazzino e maggiori costi di gestione (Spreco o MUDA di Inventario).


Indici finanziari di dilazione


GDMCC - Giorni di dilazione media concessa ai clienti

Formula:

GDMCC = (CREDITI COMMERCIALI / RICAVI VENDITE+IVA) X 365

Per dilazione di pagamenti si intende la rateizzazione o la posticipazione del pagamento dovuto dai clienti; tale indice deve essere inferiore rispetto alla dilazione media ottenuta dai fornitori.


GDMF - Giorni di dilazione media ottenuta dai fornitori

Formula:

GDMF = (DEBITI COMMERCIALI/ACQUISTI+IVA) X 365

Un valore elevato di tale indice rappresenta un buon processo di approvvigionamento e la possibilità di far fronte ai debiti verso i fornitori in maniera più flessibile e la capacità dell’impresa di ottenere condizioni vantaggiose di acquisto.


Indici di Crisi d'Impresa

Uno degli obblighi di maggiore importanza per mantenere l’equilibrio economico aziendale e preservare la solidità finanziaria, è chiaramente quello di evitare che l’azienda si ritrovi in uno stato di crisi.

Per crisi si intende una “costante perdita di valore degli asset aziendali con conseguente perdita di fiducia da parte degli stakeholder”.

Ciò potrebbe portare al rischio di insolvenza nel medio-lungo periodo, cioè una situazione in cui l’azienda non è in grado di far fronte alle proprie obbligazioni (debiti).

Esistono tuttavia degli indicatori in grado di identificare anticipatamente queste situazioni e agire di conseguenza prima che la situazione sia irrimediabile.


Indice di capitalizzazione

INDICE DI CAPITALIZZAZIONE= (PATRIMONIO NETTO/PASSIVO) X 100

Questo indice indica il grado di capitalizzazione dell’azienda, ed è considerato ottimale se è superiore al 25%. In altre parole per ogni 100€ investiti in azienda almeno 25 devono essere finanziati direttamente dall’imprenditore.


DSCR (Debt Service Coverage Ratio)

Il DSCR (Debt Service Coverage Ratio), è in grado di analizzare in modo dinamico la capacità dell’azienda di coprire i propri debiti.

DSCR = CASH FLOW - TASSE / FLUSSO FINANZIARIO A SERVIZIO DEL DEBITO

Il denominatore sta ad indicare il flusso di cassa della gestione caratteristica al netto delle imposte, mentre per “flusso finanziario a servizio del debito” si intende il flusso finanziario dedicato alla copertura degli interessi passivi.

Come si può intuire dalla formula il DSCR da un'indicazione di quanto il flusso di cassa generato dalla gestione caratteristica è in grado di coprire il servizio del debito.


Indice di Sostenibilità degli Oneri Finanziari

INDICE DI SOSTENIBILITA’ DEGLI ONERI FINANZIARI= INTERESSI E ONERI FINANZIARI/ RICAVI NETTI

Tale indice misura la sostenibilità degli oneri finanziari di indebitamento con i flussi di cassa dell’azienda.


Indice di Ritorno Liquido dell'Attivo

INDICE DI RITORNO LIQUIDO DELL’ATTIVO= CASH FLOW/ TOTALE ATTIVO

Il cash flow si ottiene sommando il risultato d’esercizio e i valori non monetari (come ammortamenti, svalutazione dei crediti, accantonamenti) e sottraendo invece i valori non monetari (rivalutazioni, partecipazioni, imposte anticipate), mentre l’attivo totale è ottenibile direttamente dallo stato patrimoniale.

L’indice di ritorno liquido dell’attivo misura la capacità dell’azienda di recuperare gli investimenti effettuati e quindi quanto del capitale investito si traduce in flusso monetario derivante dalla gestione operativa.


Indice di Adeguatezza Patrimoniale

INDICE DI ADEGUATEZZA PATRIMONIALE= PATRIMONIO NETTO/TOTALE DEBITI

Il patrimonio netto viene ottenuto dalla voce A dello stato patrimoniale passivo e a cui vanno detratti i crediti verso soci per i versamenti ancora dovuti e i dividendi deliberati, mentre i debiti totale si trovano nella voce D del passivo.

Esso indica l’incidenza complessiva dei debiti totali sul capitale netto rettificato.


Indice di Liquidità

INDICE DI LIQUIDITA’= ATTIVO A BREVE TERMINE/PASSIVO A BREVE TERMINE

L’attivo a breve termine è dato dalla somma tra l’attivo circolante esigibile entro l’esercizio successivo sommato a ratei e risconti attivi, mentre il passivo a breve termine è rappresentato dai i debiti esigibili entro l’esercizio successivo sommati ai ratei e risconti passivi.

È un parametro usato per un quadro dello stato di salute dell’impresa poiché fornisce informazioni sulla capacità di essa di far fronte agli impegni finanziari assunti.


Indice di Indebitamento Previdenziale o Tributario

INDICE DI INDEBITAMENTI PREVIDENZIALE E TRIBUTARIO=INDEBITAMENTO PREVIDENZIALE E TRIBUTARIO/TOTALE ATTIVO

L’indebitamento tributario è dato dai debiti tributarie esigibili entro e oltre l’esercizio successivo mentre quello previdenziale è costituito dai debiti verso istituti di previdenza e assistenza sociale esigibili entro e oltre l’esercizio successivo.



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