1. EBITDA: che cos'è e cosa misura?
3. MOL e EBITDA
4. Riclassificazione Del Conto Economico a Valore Aggiunto per il calcolo dell'EBITDA
L'indice EBITDA (earnings before interest taxes depreciation and amortization) è uno degli indicatori di bilancio maggiormente utilizzati per le valutazioni aziendali.
Fa parte degli indicatori di redditività, che misurano quindi la capacità dell'azienda di generare valore e produrre reddito, permettendo di effettuare analisi e paragonare dati su diverse annualità e/o diversi settori, identificando le scelte di investimento più remunerative.
EBITDA è l'acronimo di “Earnings Before Interests, Tax, Depreciation and Amortization”, traducibile come “utile prima di interessi, tasse, svalutazioni e ammortamenti”.
È particolarmente utile nei casi in cui si debba valutare le performance aziendali dal punto di vista della Gestione caratteristica.
Per Gestione caratteristica si intende l'attività tipica svolta dall'azienda intesa come l'insieme di operazioni e processi compiuti con lo scopo di raggiungere la mission aziendale e produrre valore e utili.
Questa comprende tutte le componenti che riguardano l'attività principale d'azienda. poiché l'indice EBITDA esclude le componenti finanziarie, straordinarie e fiscali come interessi, tasse, ammortamenti e accantonamenti, svolge perfettamente questa funzione di confronto.
Viene utilizzato principalmente per valutare aziende operanti nello stesso settore, poiché queste hanno delle strutture contabili simili riguardo in particolare a costi e ricavi, permettendo di effettuare comparazioni logiche.
Come nel caso di altri indicatori di redditività come l'indice ROI (Return On Investment), ROE (Return On Equity) o ROS (Return On Sales), anche in questo caso il primo passo per implementare l'analisi è la riclassificazione del conto economico.
Questo processo ci permette di evidenziare e raggruppare i valori necessari per la valutazione delle performance, ordinando i conti e semplificando la rappresentazione e il confronto di dati e risultati intermedi.
L'EBITDA, come abbiamo visto, è utile a valutare due aziende che operano nello stesso settore, perché fornisce più informazioni rispetto al semplice reddito d'esercizio.
Ci sono due modalità per calcolare l'EBITDA: tramite la riclassificazione del conto economico e tramite il bilancio d'esercizio. Ecco quali sono le due differenti formule per il calcolo:
Prendiamo questa tabella come esempio, in questo caso leggendo la tabella dall'alto verso il basso otterremo la formula tramite il conto economico, al contrario leggendola dal basso verso l'alto otteniamo la formula a partire dal bilancio d'esercizio:
VALORE DELLE PRODUZIONE | 300.000 |
+/- variazione delle rimanenze | + 40.000 |
- costi esterni (servizi, semilavorati, materie prime) | - 100.000 |
= VALORE AGGIUNTO | = 240.000 |
- costi del personale | - 200.000 |
= MOL | = 40.000 |
- Accantonamenti | - 1.500 |
- Svalutazioni crediti | - 3.000 |
= EBITDA | = 35.500 |
- costi non monetari (ammortamenti) | - 1.000 |
= EBIT | = 34.500 |
+/- proventi da attività finanziarie | + 3.000 |
- oneri da attività finanziarie | - 1.500 |
= REDDITO ANTE IMPOSTE | = 36.000 |
- Imposte | - 17.000 |
= REDDITO D'ESERCIZIO | = 19.000 |
L'EBITDA, a partire dal conto economico, viene calcolato sottraendo al valore aggiunto il costo del personale.
La formula per il calcolo EBITDA dal Conto Economico sarà: EBITDA = VALORE DELLA PRODUZIONE - COSTI ESTERNI - COSTI DEL PERSONALE
Ecco un esempio del calcolo dell'EBITDA dal Conto Economico:
VALORE DELLE PRODUZIONE | 300.000 |
+/- variazione delle rimanenze | + 40.000 |
- costi esterni (servizi, semilavorati, materie prime) | - 100.000 |
= VALORE AGGIUNTO | = 240.000 |
- costi del personale | - 200.000 |
= MOL | = 40.000 |
- Accantonamenti | - 1.500 |
- Svalutazioni crediti | - 3.000 |
= EBITDA | = 35.500 |
Si può anche ragionare partendo dal reddito d'esercizio, in questo caso la formula sarà: EBITDA = REDDITO D'ESERCIZO + IMPOSTE + INTERESSI + COSTI NON MONETARI (AMMORTAMENTI, SVALUTAZIONI, ACCANTONAMENTI).
Il risultato ottenuto ci fornisce una misura della profittabilità dell'azienda presa in analisi, misurando quindi la capacità di questa di generare reddito tramite la gestione caratteristica.
Ecco un esempio del calcolo dell'EBITDA dal Bilancio d'Esercizio:
REDDITO D'ESERCIZIO | 19.000 |
+ imposte | + 17.000 |
+/- interessi | - 1.500 |
+ costi non monetari (ammortamenti) | + 1.000 |
= EBITDA | = 35.500 |
+ Accantonamenti | + 1.500 |
+ Svalutazioni crediti | + 3.000 |
= MOL | = 40.000 |
Abbiamo preparato un semplice foglio Excel che ti permette di calcolare facilmente l'indice EBITDA, scaricalo cliccando il pulsante qui sotto:
Finora abbiamo considerato MOL (Margine Operativo Lordo) ed EBITDA come due grandezze equivalenti, ma in realtà i due valori differiscono lievemente.
Infatti nel caso del MOL gli accantonamenti vengono trattati come gli ammortamenti e non vengono quindi considerati; per quanto riguarda l'indice EBITDA invece questi vengono considerati come movimenti finanziari e quindi vengono inclusi nel calcolo.
Per questo motivo l'indice EBITDA rappresenta una stima del flusso di cassa più prudente essendo il suo valore inferiore rispetto al MOL.
Va anche considerato che, in certi casi, ammortamenti e accantonamenti vengono trattati in modo diverso in base alla struttura societaria e che le regole contabili possono variare in base alla nazione in cui l'azienda opera; tuttavia la differenza minima permette comunque di effettuare confronti significativi.
Per poter calcolare l'indice EBITDA(Earnings Before Interests, Tax, Depreciation and Amortization) sarà necessario effettuare una riclassificazione secondo lo schema del valore aggiunto.
L'obiettivo della riclassificazione del conto economico a valore aggiunto è quello di suddividere le aree aziendali in base alla loro pertinenza gestionale e mettendo in evidenza i risultati intermedi.
Il conto economico si presenta in questo modo:
Queste due voci compongono l'area operativa e la loro differenza rappresenta il reddito operativo, definito anche come MON (margine operativo netto) o EBIT Earnings Before Interests and Tax.
Le voci che seguono, rappresentano invece l'area finanziaria, straordinaria e fiscale:
Nella prima fase le componenti del conto economico vanno suddivise in base in base alla loro area di pertinenza, quindi nell'area operativa o in quella finanziaria.
Già da una prima osservazione di queste due aree è possibile avere un quadro generale riguardo al peso delle aree di gestione nella composizione del reddito.
La riclassificazione a valore aggiunto permette di identificare tre indici di bilancio molto utili per valutare la redditività d'impresa:
A questo punto si possono calcolare il reddito ante imposte (EBIT) e il reddito d'esercizio
Valutare l'indice EBITDA solo in base al suo valore numerico non ci permetterebbe di ottenere abbastanza informazioni riguardo alla profittabilità dell'azienda.
Infatti il suo valore deve essere confrontato con quello di aziende operanti nello stesso settore e preferibilmente con dimensioni simili quelle dell'impresa che si sta considerando.
Oltre a ciò l'analisi delle performance aziendali e della salute dell'azienda attraverso gli indici di bilancio non dovrebbe essere eseguita basandosi solo su un valore ma considerandone anche altri di natura differente.
Altri indici di bilancio da tenere sotto controllo possono essere quelli appartenenti alla stessa famiglia degli indici di redditività come il ROI (Return On Investment), ROE (Return On Equity) o ROS (Return On Sales) o quelli che analizzano altre tipologie di performance come gli indici finanziari.
Un'analisi dettagliata di vari indicatori ci permette di avere una visione completa dello stato di salute della realtà aziendale ed identificare le aree su cui fare leva per migliorare le performance.
L'indice EBITDA risulta più affidabile per calcolare la competitività di un'impresa; per capire il motivo di questa affermazione consideriamo due imprese che hanno lo stesso fatturato (500 000 €), ma degli utili differenti.
La prima ha un utile di 20 000 € e un EBITDA di 75 000, mentre la seconda ha un utile di 40000 e un EBITDA pari a 60 000.
Da una prima analisi basandosi sui dati dell'indice EBITDA si può intuire che la prima azienda, nonostante abbia un utile inferiore, sia più competitiva rispetto alla seconda.
Un valore superiore dell'indice può rappresentare che l'azienda sta effettuando maggiori investimenti eseguiti anche tramite finanziamenti bancari; questa azienda avrà probabilmente maggiori possibilità di crescita rispetto al competitor preso in esame.
Un EBITDA negativo indica che l'impresa non sta generando un utile operativo sufficiente a coprire le spese operative e gli investimenti in beni strumentali. Sta in altre parole assorbendo liquidità senza generare reddito.
Un valore negativo di questo indice potrebbe essere un segnale di preoccupazione per investitori e creditori da non sottovalutare, poiché significa che l'azienda ha difficoltà a generare profitti a livello operativo. Le cause di tutto ciò possono essere molteplici, come costi operativi elevati, bassi volumi di vendita o problemi finanziari di vario genere.
Tuttavia, è importante contestualizzare anche l'EBITDA negativo all'interno della situazione complessiva dell'azienda e del mercato, prendendo in analisi anche altri indicatori finanziari. Ad esempio, questa situazione potrebbe essere temporanea e causata da investimenti significativi (ad esempio nell'assunzione di nuovo personale) per espandere le proprie attività, oppure durante una fase di crescita in cui l'azienda sta cercando di guadagnare quote di mercato.
In ogni caso, il consiglio è sempre quello di analizzare diversi Indici di Bilancio assieme ad altri indicatori finanziari ed operativi, ottenendo una visione completa della situazione finanziaria dell'impresa anche attraverso i valori e indici degli anni precedenti.
Per migliorare il valore dell'EBITDA è importante quindi comprendere le cause sottostanti per avviare un processo di miglioramento. Diamo di seguito alcune azioni che possono essere messe in atto:
Ogni situazione è unica e le azioni da intraprendere dipenderanno dalle circostanze specifiche in cui si trova l'azienda. Inoltre, è fondamentale comunicare in modo trasparente con gli stakeholder, compresi dipendenti, creditori e investitori, con l'obiettivo di mantenere la fiducia e gestire in modo efficace la situazione finanziaria.
Per ottenere una rappresentazione sintetica dei risultati e poter comparare al meglio i dati a disposizione possono essere utilizzati gli indici “adjusted”, cioè rettificati dalle componenti di natura straordinaria.
Tali indici vengono utilizzati per ottenere un numero normalizzato e non distorto da movimenti non congrui o irregolari.
Il modo in cui viene effettuata la rettifica varia sia in base al settore che in base al tipo di analisi implementata.
Alcuni esempi di rettifica possono escludere:
l'indice EBITDA Adjusted viene utilizzato da figure come analisti, banchieri d'investimento per valutare se conviene o meno effettuare un investimento nella società presa in considerazione acquistando ad esempio titoli azionari.
Un altro caso può essere la valutazione di una fusione o acquisizione di una particolare azienda o quando vengono effettuate previsioni e analisi del budget.
Spesso l'indice EBITDA viene utilizzato mettendolo in rapporto con altri valori e componendo così indicatori utili per le valutazioni aziendali.
Il valore di DEBT/EBITDA Esprime il rapporto tra debito finanziario e redditività operativa.
Da questo rapporto possiamo comprendere se la società presa in esame è in grado di ripagare i propri debiti e in quanto tempo.
Un valore elevato può indicare che l'azienda è eccessivamente indebitata.
Viene spesso utilizzato dalle banche nel caso della concessione di prestiti; l'azienda richiedente dovrà mantenere il valore DEBT/EBITDA all'interno di certi parametri.
Viene sfruttato anche dalle società di rating, cioè quelle società che assegnano un giudizio riguardo alla solidità e solvibilità di società che emettono titoli azionari; se il valore del rapporto è eccessivamente elevato ci sarà una maggiore probabilità di inadempienza da parte dell'azienda, portando ad un rating basso.
Enterprise value/EBITDA esprime il rapporto tra il valore della società (enterprise value) e l'indice EBITDA.
L'indice Enterprise Value rappresenta la capitalizzazione della società e si ottiene semplicemente moltiplicando il prezzo del titolo per il numero di azioni che compongono il capitale sociale a questo valore andrà sommato l'indebitamento finanziario netto.
EV = PREZZO AZIONI x NUMERO AZIONI + INDEBITAMENTO FINANZIARIO NETTO
In altre parole questo valore rappresenta il prezzo che si dovrebbe pagare nel caso in cui si volesse acquistare la società.
Il valore del rapporto andrà paragonato con quello di aziende simili; più il valore è basso e più l'azienda risulta essere sottovalutata rispetto ai competitor e viceversa un valore indica che l'azienda è sopravvalutata.
Questo indice risulta essere molto utile per i confronti tra aziende di nazioni diverse poiché è in grado di ignorare gli effetti delle politiche fiscali dei singoli paesi.
Il suo valore ideale varia in base al settore; ad esempio i settori con un alto tasso di crescita, come il Biotech, avranno dei valori elevati, mentre industrie come quelle del settore ferroviario avranno valori inferiori.
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